La grande truffa del rock’n’roll (e della meditazione applicata al rock’n’roll?).

I quattro Beatles in India, un guru che gira in elicottero. La meditazione, il sitar e il White Album.

Un giorno andrò a Rishikesh per vedere cosa ci avevano trovato John, George e tutti gli altri.

Ci andrò per capire cosa c’entra la meditazione con il rock’n’roll. Ci andrò per indagare le profondità della mente che si confronta con le note della musica. Oppure non ci andrò mai e continuerò farmi di chitarre elettriche senza stare troppo a pensarci sopra. Rishikesh è una località che si trova nella regione dell’Uttar Pradesh, nell’India più profonda e dove un giorno si trovarono John Cynthia Lennon, George Harrison, Pattie Boyd e Jenny, la sorella di quest’ultima, viaggiando verso l’ashram di Maherishi Mahesh Yogi.

Circa duecento chilometri da Delhi, prima in taxi, poi su delle jeep, a dorso d’asino e infine a piedi. Siamo alla metà di febbraio del 1968 e ai cinque intrepidi viaggiatori del rock’n’roll si aggiungeranno nei giorni successivi anche Paul McCartney con l’allora fidanzata Jane Asher, Ringo Starr e la moglie Maureen Cox e l’amico Neil Aspinall. I Fab Four e il guru indiano si erano conosciuti qualche tempo prima a Londra poco prima della scomparsa di un altro guru, questo si rock’n’roll, come il loro manager Brian Epstein.

Quando i quattro Beatles si ritrovano all’ashram, il corso di meditazione va avanti già da qualche mese, tanto che il guru vuole tenerli spesso accanto a sé per delle lezioni supplementari per recuperare il tempo perduto. Oltre ai quattro e al loro seguito, altre celebrità si sono lasciate affascinare dall’anziano maestro: ci sono Mike Love dei Beach Boys, Donovan, l’attrice Mia Farrow e sua sorella Prudence.

L’ashram, secondo alcune testimonianze del tempo, non era esattamente quel luogo spartano e votato all’essenzialità della meditazione, tra bungalow in pietra e arredati all’occidentale, con tutti i confort moderni. Il maligni parlano anche di filo spinato e sorveglianza armata. Avranno fatto parte della meditazione, chissà. La costruzione era stato finanziata nel 1963 dalla miliardaria americana Doris Duke e pare che il guru fosse anche in trattativa col governo per costruire una pista di atterraggio per il jet che gli era stato, ovviamente, donato.

Fatto sta che le giornate all’ashram dei Fab Four procedevano placide, scandite dalle lezioni del Maharishi e dalle lunghe sedute di meditazione. Pasti rigorosamente vegetariani, preparati da un cuoco inglese. La celebre foto che ritrae Yogi coi Beatles seduti a fianco coi loro sari floreali diventa una delle più celebri del rock e del periodo. La cosa però non durò molto. I primi a sfilarsi dalla situazione furono Ringo Starr e la moglie. Paul McCartney decise di rimanere un mesetto. Diverso il discorso per George e John. Harrison era sinceramente affascinato dalle filosofie indiane e non perdeva occasione per affinare la sua conoscenza del sitar. John Lennon era invece in un periodo complesso, il matrimonio con Cynthia scricchiolava. Insomma, forse meglio tergiversare in India.

Il frutto più corposo della permanenza in India fu la manciata di canzoni che PaulJohn e George composero in quei giorni. La maggior parte finì nel doppio White Album. Il grande dubbio è: ma se tutti e quattro si fossero accontentati di un periodo di relax nella campagna britannica, non sarebbe stato lo stesso? certo, tutti gli approfondimenti, libri, documentari (corti e lunghi), convegni, discussioni e cineforum sui Beatles in India ce li saremmo persi. Che peccato.

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