Gli U2 pubblicheranno il 17 marzo una collezione di 40 brani storici della band, ri-immaginati e ri-registrati. Il titolo è Songs Of Rurrender e io so già che la ascolterò più e più volte. Qualcosa mi dice di non farlo ma lo farò ripetutamente. E mi piacerà. Ho sempre vissuto uno strano rapporto di amore/odio con gli U2. Per me hanno sempre avuto quel fascino di quel qualcosa che non ha molto a che vedere con il tipo di musica che ascolti in quel momento, eppure riescono sempre a colpirti. Nel tuo periodo punk britannico loro fanno un rock che sa tanto di americano. Quando tu sei pronto per il rock dal sentore internazionale, loro ci mettono il carico elettronico che capirai solo anni dopo. Arriva il tuo periodo vagamente pop e loro che fanno? ci danno dentro con le chitarre distorte.

La raccolta è frutto delle sessioni di studio registrate negli ultimi due anni da Bono Vox, Larry Mullen, Adam Clayton e The Edge. La prima traccia estratta da questa nuova sessione di registrazioni è l’inno, disponibile già dai giorni scorsi, di Pride (In The Name Of Love).
Mi piacerà perché degli U2, quello che mi ha sempre incuriosito di più, è proprio la storia e i cambiamenti. Ci sono certe band che da sempre hanno un senso se fanno sempre e comunque loro stesse. Gli U2 invece no e hanno dato il meglio quando hanno deciso di cambiare. Quando sono partiti alla ricerca di Brian Eno e Daniel Lanois, il capolavoro The Joshua Tree, le spacconate di Zooropa. I travestimenti e i ritorni alla patria Irlanda. Mai, o quasi, uguali.

La raccolta Songs Of Surrender è stata curata e prodotta da The Edge e ha come protagoniste numerose tra le canzoni più celebrate della ultra-quarantennale degli U2, da With Or Without You a One, Beautiful Day, Sunday Bloody Sunday e tante altre, con registrazioni completamente nuove e in alcuni casi anche nuovi testi.
“La musica ti permette di viaggiare nel tempo, e siamo diventati curiosi di scoprire come sarebbe stato portare alcune delle nostre canzoni degli inizi con noi nel presente, dando loro una veste del 21mo secolo. L’intimità prendeva il posto dell’urgenza del post-punk. Nuovi ritmi, nuove tonalità e in alcuni casi sono arrivati nuovi accordi e nuovi testi. È venuto fuori che una grande canzone è qualcosa di indistruttibile“.
The Edge

